Nido Verde

E degli aceri, e frassini, carpini, cliegi, noccioli, salici, castagni…
Ci prendiamo cura delle ghiande.
E dei germogli, e alberelli, alberi maturi, maestosi, morenti… Perché per crescere una ghianda ci vuole un bosco intero, e un bosco è molto più di un insieme di alberi.

Nido Verde è l’asilo nel bosco di Tarcento (UD).

È un luogo in cui le bambine e i bambini sono accolti e accompagnati nella crescita, in gruppo, principalmente all’aperto.

Si rivolge a bambine e bambini dai 3 ai 6 anni.
Si svolge ogni giorno: da lunedì a venerdì, da settembre a giugno, dal mattino a dopo pranzo.

È un progetto di educazione familiare: viene condotto da 0432 associazione culturale in collaborazione con le famiglie aderenti.

I luoghi

Lo spazio che viviamo ogni giorno è un sottobosco che scende a più livelli sulle sponde del torrente Torre, alla confluenza con un secondo torrente.
Siamo circondati da luoghi magnifici, che mutano continuamente nel corso dell’anno e che i bambini amano raggiungere in camminata: prati, colline, scarpate, boschi segreti, greti, piccole spiagge.
Abbiamo anche un dentro, una yurta mongola calda, accogliente e rotonda, proprio come un nido. Per quando piove e per tutti i momenti in cui abbiamo bisogno di un luogo raccolto.
Infine, quando ne abbiamo voglia, saliamo in cima ad una collina. Lì, nel bosco, c’è il nido che abbiamo costruito il primo autunno. È il nostro posto magico.

Crescere all’aperto

Da anni la ricerca pedagogica evidenzia come il passare una buona parte della giornata all’aperto risponda a diversi bisogni di bambini e bambine.
Il tempo vissuto all’aperto permette:

  • di ridurre lo stress,
  • di dedicarsi ad esperienze che aumentano la motivazione e la concentrazione,
  • di affrontare e superare piccole sfide che nutrono la propria autostima.

All’aperto aumentano le capacità di stare in gruppo, di accordarsi, comunicare, cooperare e considerare i bisogni dell’altro.
Fuori il gioco si fa più intenso, più creativo, più diversificato.
Crescere all’aperto, insomma, è una grande occasione di benessere.

Linguaggi naturali

Scegliere di stare prevalentemente all’aperto significa imparare attraverso l’esperienza in tutte le sue forme positive, attraverso i molti linguaggi che la natura ci propone di sperimentare.
C’è il corpo che si arrampica, scivola, corre, sala, rotola. E sente, in molti modi.
Ci sono le mani che cercano, creano, lasciano tracce. E sostengono il pensiero.

C’è tutto ciò di cui siamo capaci con gli strumenti che abbiamo a disposizione:
corda, seghetto, martello, matita, pennello, lente di ingrandimento, macchina fotografica…
E tanti libri, libri belli, di qualità, preziosi compagni di ogni nostro viaggio.

Come impariamo 1

Ogni giorno facciamo incontri, scoperte e osservazioni che possono concludersi nell’arco di pochi istanti o diventare scintilla per progetti che si sviluppano per giorni o settimane.
In questi mesi, ad esempio, i bambini e le bambine hanno sperimentato che:

  • le castagne che raccogliamo si cucinano sulle braci, i fagioli che abbiamo comprato al mercato bollono in acqua, i pop corn scoppiano in padella (ma non i chicchi di pannocchia che troviamo nei campi), le mele, le pesche e le more che abbiamo raccolto non si cucinano e piacciono anche a insetti e lumache;
  • in certe notti invernali l’acqua ghiaccia, ma non in tutte, e non sempre nello stesso modo. Hanno sperimentato che il ghiaccio intrappola le cose, è trasparente ma solo a certe condizioni, appiccica, si scioglie, si spacca, si righiaccia e fa molte altre cose interessanti;
  • i bruchi si chiudono in bozzoli dai quali abbiamo visto nascere falene! La loro trasformazione si chiama metamorfosi, e riguarda anche i rospi che abbiamo incontrato: dalle loro uova abbiamo visto nascere girini che abbiamo accompagnato a lungo nella crescita.

E tutte queste piccole grandi scoperte sono continuamente rielaborate attraverso i libri della nostra fornita biblioteca. I libri sono mezzi per conoscere, nominare, ri-conoscere e socializzare. Proponiamo titoli adeguati all’età, ai bisogni e alle curiosità, scegliendo testi di qualità e vari: albi illustrati, libri scientifici, d’arte, fotografici, di poesia e pieni di storie!

Come impariamo 2

Pensiamo che sia possibile una connessione forte tra le molteplici esperienze che facciamo ogni giorno all’aperto e la proposta di Maria Montessori. Una proposta incentrata sull’evidenza che la mente (quindi l’intelligenza) del bambino si sviluppa nella misura in cui il bambino raccoglie con i sensi e agisce muovendosi nell’ambiente in maniera finalizzata. I materiali sensoriali aiutano a creare un’unità di misura interiore con cui conoscere i rapporti tra le cose.
Grazie alla presenza di Valentina Dal Ben (formata nel Metodo Montessori 3/6 anni) ci stiamo dando l’occasione di percorrere questa pista di ricerca.
In questi mesi, ad esempio, i bambini e le bambine hanno imparato:

  • a riconoscere i numeri da 1 a 10, appaiando a ciascuna cifra una certa quantità: una piuma, due sassi, tre chiocciole, quattro foglie…
  • a leggere le lettere iniziali dei loro nomi, le vocali, e alcune consonanti come “m”, con cui possono scrivere “mamma”; hanno sperimentato diversi modi per tracciare le lettere, hanno costruito alfabetieri con cose raccolte: a come achene, b come bruco, c come ciliegia…
  • a distinguere opposti (grande e piccolo, grosso e fino, pesante e leggero), tracciare forme, travasare materiali diversi da un contenitore all’altro, raccogliere noccioline con le pinzette, infilare perline… e molti altri lavori che stanno esercitando la loro capacità di concentrarsi, ordinare le cose scoperte fuori, stare seduti ad un tavolo e scegliere cosa imparare.

Il gruppo

Diamo grande importanza ai momenti in cui il gruppo agisce e si confronta.
Molto di ciò che i bambini e le bambine imparano nasce dalle esperienze che vivono insieme agli altri. E anche quando sperimentano in solitaria, sono fondamentali le occasioni in cui possono raccontare, interrogarsi e discutere con altri di quanto è accaduto.
Diamo grande importanza anche ai momenti in cui il gruppo valuta e decide.
Poche sono le cose che accadono per routine; molte invece le situazioni in cui ognuno è chiamato ad esprimere pensieri, preferenze, desideri, i propri perchè. Preziosa è ogni occasione in cui proviamo a cercare un accordo, facendo in modo che ciascuno sia senta preso in considerazione.

Il singolo

Distesi sui sassi con le mani a mollo in acqua.
Ad occhi chiusi, faccia a faccia con un albero.
Seduti a contemplare una distesa di brina.
I bambini e le bambine ricercano spesso esperienze in completa solitudine, anche solo per pochi minuti. Così come si ritagliano momenti segreti, in cui quasi nessuno li vede mentre si raccontano cose che nessuno saprà mai.
Quando manifestano questi bisogni noi adulti ci impegnamo a riconoscerli, rispettando i loro tempi e lasciando loro ogni occasione di solitudine.
È parte di un percorso più ampio (e lungo) che passa attraverso il fatto di conoscersi e sapersi raccontare, di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, di sapersi tenere in equilibrio come persone, consapevoli di dove si trova il proprio centro interiore.

L’autonomia

I bambini e le bambine ci mostrano che, se opportunamente accompagnati, sono capaci di grandi progressi nell’autonomia personale.
Con naturalezza imparano a vestirsi per uscire, cambiarsi se si bagnano, aiutarsi a vicenda, fare la pipì nel bagno alla turca. Ci dimostrano di essere molto attenti e responsabili nel camminare in strada, e pure nell’attraversare. Sono sinceramente disponibili ad occuparsi di tutto ciò che riguarda il nostro accampamento, come tenere pulita la tenda, apparecchiare e sparecchiare il pranzo, prendere l’acqua per lavarsi le mani, gettare l’umido nella compost toilet.
Vivere in un luogo all’aperto pensato a misura di bambino li rende realmente protagonisti nella maggior parte delle pratiche quotidiane.

Quando piove

Quando piove stiamo dentro, se ci va.
Dentro la yurta i bambini si meravigliano del suono della pioggia, che si sente amplificato e ci culla. Stare in una tenda vuol dire anche accorgersi che una giornata di pioggia non è tutta uguale: a tratti piove forte, a momenti goccia, può smettere anche per tempi lunghi prima di riprendere.
Allora noi, se ci va, siamo pronti ad uscire, con tuta e stivali. Scopriamo che sotto alcuni alberi è ancora asciutto, sotto altri ci bagnamo anche se non piove più. E se ricomincia possiamo sperimentare che soffermarsi qualche minuto nel sottobosco, o ripararsi sotto il telo grande, sono situazioni nuove, curiose e per nulla sgradevoli.

Quando fa freddo

Quando fa freddo stiamo dentro, se ci va.
Accendiamo la stufa, la yurta è calda, prepariamo il tè e scaldiamo l’acqua per lavare le mani.
Il fatto è che, a patto di essere adeguatamente vestiti, i bambini e le bambine spesso preferiscono stare all’aperto, anche tutto il giorno, comprese le prime ore del mattino. Si impegnano volentieri in giochi con il corpo, studiano il movimento del sole per evitare l’ombra, escono con piacere in camminata. Quando entriamo in genere preferiscono non fermarsi troppo a lungo, e in un inverno mite come quello trascorso hanno scelto quasi sempre di pranzare fuori anzichè al chiuso.
Come dice la ricerca scientifica, inoltre, sappiamo che bambini abituati a passare molto tempo all’aperto (anche nei mesi invernali) si ammalano meno, contrariamente a quanto si pensa comunemente.

Avere cura

Al Nido Verde abbiamo una sola regola: avere cura.
Cura di sè stessi e degli altri. Cura degli esseri viventi che condividono il cammino con noi: piante, insetti, animali. Cura del luogo che ci ospita, della yurta, dei materiali che abbiamo a disposizione, delle proprie cose personali, del cibo…
Dicendo di avere cura diciamo tutto: a seconda della situazione, “cura” significa attenzione, delicatezza, rispetto, impegno.
É un concetto che le bambine e i bambini fanno proprio rapidamente e sentono molto forte. Forse perchè ha a che fare con il senso di giustizia, che in loro è innato. Tanto che alle volte sono loro che ricordano a noi di avere cura.
E questo ci sembra un ottimo segno.

L’équipe educativa è formata da professionisti con esperienza pluridecennale.

Martina Monetti

Laurea in Scienze della Formazione (abilitata per Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria);
perfezionamento universitario in Educazione e Natura (Milano Bicocca);
perfezionamento universitario in Lettura e letteratura per l’infanzia e adolescenza (Padova).
Accompagna il Nido Verde quotidianamente.

Simone Baracetti

Laurea in Scienze dell’Educazione;
perfezionamento universitario in Educazione e Natura (Milano Bicocca).
Accompagna il Nido Verde quotidianamente.

Entrambi hanno ideato e condotto percorsi formativi sui temi dell’educazione all’aperto, in vari contesti:

  • scuola pubblica (presso Istituti Comprensivi, Enti comunali e provinciali in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna)
  • scuola privata
  • MU.BA. | Museo dei Bambini di Milano
  • Bambini s.r.l. | editrice della rivista Bambini

Silvia Bechis

Insegnante di scuola dell’infanzia;
Insegnante di massaggio infantile AIMI.
Accompagna il Nido Verde due giorni alla settimana.

Valentina Dal Ben

Laurea in Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo Archeologia);
Specializzazione in differenziazione didattica Montessori per la Scuola dell’Infanzia.
Accompagna il Nido Verde un giorno alla settimana.

Chiara Mazzanti

Laurea in Scienze Naturali;
Guida Naturalistica abilitata FVG;
Gestalt Counselor iscritta AICo;
esperta nella relazione genitore-figlio.
Interviene in maniera mirata affiancando le famiglie nel percorso di sostegno della funzione genitoriale.

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